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UpCycle. Quando l’arte reinventa il mondo

Mrdjan Bajic, Elena Bellantoni, Tomaso Binga, Manuel Canelles, Filippo Centenari, Fabrizio Cotognini, Valentina De’ Mathà, Katharien De Villiers, Isora Degola, Sabine Delafon, Ulrich Egger, Matteo Fato, Giorgia Mascitti, Claudia Giannuli, H.H. Lim, Patrizia Molinari, Deborah Napolitano, Laura Paoletti, Francesca Pasquali, Marina Paris, Lamberto Pignotti, Enrico Pulsoni, Marco Raparelli, Fabrizio Sannicandro, Giuseppe Stampone, Giovanni Termini, Eugenio Tibaldi, Adrian Tranquilli, Fosco Valentini, Narda Zapata e una Merzgedicht di Kurt Schwitters.


L’Ambasciata d’Italia a Berna, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a Zurigo, il Consolato Generale d’Italia a Lugano, il Consolato Generale d’Italia a Ginevra, il Consolato d’Italia a Basilea e l’Istituto Italiano di Cultura a Zurigo, è lieta di annunciare la collettiva UpCycle. Quando l’arte reinventa il mondo a cura di Silvio Mignano e Antonello Tolve, che sarà inaugurata il 5 maggio 2022 (ore 18:00) in Elfenstrasse 10, nell’ambito dell’ampio programma Residenza delle Arti.


L’ESPOSIZIONE

Concepita come un dispositivo che vuole porre l’attenzione sul riutilizzo e sul rinnovo di materiale organico o inorganico, di elementi della vita comune e di quel prodotto throw-away che ha caratterizzato il Novecento e che marchia ancora massicciamente – tra usi e abusi d’ogni sorta – il nostro distratto e ormai poco comprensibile scorrere quotidiano, UpCycle (termine coniato nel 1994 dall’ingegnere meccanico Reiner Pilz in un’intervista rilasciata a Thornton Kay e apparsa sulla rivista Salvo – «What we need is upcycling where old products are given more value not less») si pone come un momento di riflessione sulle strategie adottate nel campo dell’arte per reinventare il mondo con frizioni creative e azioni estetiche al cui interno è possibile ritrovare una procedura tagliente attraverso la quale leggere il farsi e disfarsi costante di materie (e di discipline) differenti.

Portavoce di nuove speranze, l’artista è, in questo contesto che mira a «riutilizzare gli oggetti per creare un prodotto di maggiore qualità» (reale o anche soltanto percepita), cervello veloce la cui rapidità preme sugli spazi interstiziali della comunicazione planetaria e sugli ormai del tutto isterici disegni del consumo immediato (organismo saturo di sovrabbondanze) per rigenerare il sistema descrittivo degli oggetti quotidiani. Dotando di nuova vita una merce scarica di valore e del tutto irrecuperabile – trasformata il più delle volte in scoria mostruosamente straniera, in detrito metropolitano, in triste e oscena materia inerme –, l’artista attua una rifamiliarizzazione con le cose del mondo per ritemprarle, riportarle a nuova vita, riadattarle e riadottarle, ricaricarle e amplificarle, inserirle (anche utilizzando la strategia del «nuovo feticcio trionfante» rilevata da Baudrillard) nuovamente nel mondo: e non seguendo la traiettoria commerciale per cui erano state inizialmente prodotte, piuttosto definendo un processo parallelo che rispedisce nel mondo del consumo oggetti – o materie con una (ormai loro) personale memoria – ritemprati e a cui viene dato con nuovo valore di scambio, un nuovo impatto simbolico, una nuova (riflessiva) significazione.


LO SPAZIO

GLI ARTISTI IN MOSTRA

Partendo da un ideale cervello che trova in Kurt Schwitters il padre di strategie e principi Merz (in mostra è presente una sua Merzgedicht), l’esposizione vuole riflettere, mediante i lavori di Mrdjan Bajic, Elena Bellantoni, Tomaso Binga, Manuel Canelles, Filippo Centenari, Fabrizio Cotognini, Valentina De’ Mathà, Katharien De Villiers, Isora Degola, Sabine Delafon, Ulrich Egger, Matteo Fato, Giorgia Mascitti, Claudia Giannuli, H.H. Lim, Patrizia Molinari, Deborah Napolitano, Laura Paoletti, Francesca Pasquali, Marina Paris, Lamberto Pignotti, Enrico Pulsoni, Marco Raparelli, Fabrizio Sannicandro, Giuseppe Stampone, Giovanni Termini, Eugenio Tibaldi, Adrian Tranquilli, Fosco Valentini e Narda Zapata, su quel valore di scambio che sfugge al territorio del capitalismo e che nel farsi oggetto di pensiero «diventa più merce della merce», corpo assoluto, assolto dalla alienazione oggettiva e reso (desiderio desiderato) più oggetto dell’oggetto.


* L’evento è realizzato anche in collaborazione con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna di Salerno/Roma, il TOMAV experience di Ancona e la rivista ArShake • Reinventing Technology di Roma.


NOME | UpCycle. Quando l’arte reinventa il mondo

ARTISTI | Mrdjan Bajic, Elena Bellantoni, Tomaso Binga, Manuel Canelles, Filippo Centenari, Fabrizio Cotognini, Valentina De’ Mathà, Katharien De Villiers, Isora Degola, Sabine Delafon, Ulrich Egger, Matteo Fato, Giorgia Mascitti, Claudia Giannuli, H.H. Lim, Patrizia Molinari, Deborah Napolitano, Laura Paoletti, Francesca Pasquali, Marina Paris, Lamberto Pignotti, Enrico Pulsoni, Marco Raparelli, Fabrizio Sannicandro, Giuseppe Stampone, Giovanni Termini, Eugenio Tibaldi, Adrian Tranquilli, Fosco Valentini, Narda Zapata e una Merzgedicht di Kurt Schwitters.

CURA | Silvio Mignano e Antonello Tolve

LUOGO | Residenza dell’Ambasciata, Elfenstrasse 10

PERIODO | dal 5 maggio al 31 luglio 2022



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